Si è svolta nei giorni scorsi a Torbole Casaglia l’Assemblea di FERT-BIO, la Cooperativa Agricola nata nel 2010 su iniziativa di un gruppo di allevatori avicoli con il supporto di Coldiretti Brescia, con l’obbiettivo di dare una opportunità di utilizzo e valorizzazione della pollina in impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Per il Presidente Felice Bonetti è stata l’occasione per rappresentare ai soci – soprattutto allevatori di avicoli, ma anche di suini e di bovini – come sia ben avviata l’attività di ritiro degli effluenti zootecnici (pollina in primis, ma anche liquame e letame) ed il conseguente conferimento ad impianti per la produzione di energia, funzionanti esclusivamente a reflui zootecnici e sottoprodotti di origine agricola.
Il Presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini – intervenuto all’assise – ha rimarcato come in pochi anni di attività la “giovane” cooperativa abbia permesso di dare una risposta concreta alle aziende associate nella corretta gestione della pollina e dei reflui zootecnici in generale, senza aggravio di costi a carico delle aziende stesse e al contempo risolvendo loro le problematiche derivanti dalla direttiva nitrati. E il tutto nella direzione da sempre sostenuta da Coldiretti, ovvero che le bioenergie devono soprattutto essere ottenute da scarti di lavorazione e dai reflui zootecnici, e non dall’impiego di materie prime nobili.
E per il Presidente Prandini – a pochi giorni dall’atteso tavolo di lavoro tra Ministero dell’Agricoltura e Ministero dell’Ambiente in tema di direttiva nitrati – è stata l’occasione per rispedire al mittente le accuse infondate continuamente mosse al mondo agricolo e allevatoriale: “E’ davvero troppo comodo ritenerci responsabili di qualsiasi fenomeno di inquinamento delle acque, senza nemmeno chiedersi o verificare se in un comune vi siano o no impianti di depurazione e dove eventualmente finiscono tutti gli scarichi a partire da quelli civili. Ormai ci sono ricerche e studi autorevoli che dimostrano come l’agricoltura non sia l’unica responsabile dell’inquinamento da nitrati delle falde, anzi dimostrano come in molti casi questi fenomeni siano riconducibili al comparto civile e alle attività industriali. E per questo è giunta l’ora di fare chiarezza”.