Il verde pubblico in Lombardia assorbe le polveri sottili pm10 emesse da quasi tre milioni e mezzo di auto e l’anidride carbonica di circa 250 mila motori. E’ questo emerge da un’elaborazione di Coldiretti Lombardia sulla base dei dati diffusi nel convegno organizzato oggi a Milano da Assofloro e dedicato proprio al ruolo di piante e fiori nelle realtà metropolitane. “Una buona gestione del verde pubblico – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – è soprattutto un vantaggio per la salute delle persone perché aiuta ad abbattere in modo significativo molte delle sostanze inquinanti create dal traffico. Senza dimenticare che migliora l’aspetto delle nostre città e la qualità di vita degli abitanti”.
In Lombardia la disponibilità di verde urbano, secondo gli ultimi dati Istat, è di circa 36 metri quadrati per abitante, con valori pro capite molto diversi a seconda dei capoluoghi di provincia: 8,9 a Varese, 9,9 a Como, 49,7 a Sondrio, 16,4 a Milano, 10,8 a Bergamo, 137,9 a Brescia, 198 a Pavia, 36,2 a Cremona, 33,8 a Mantova, 6,7 a Lecco, 23,6 a Lodi e 70,4 a Monza. Mentre sfiorano i 160 mila metri quadrati di estensione gli orti urbani lombardi, una superficie pari a quella di oltre duemila appartamenti di medie dimensioni.
E’ necessario però – spiega Coldiretti Lombardia – che la gestione del verde sia affidata a personale specializzato in grado di gestire al meglio sia le varietà da mettere a dimora in parchi e aiuole, sia le operazioni di potatura e manutenzione, proprio per evitare quell’effetto “matita” che molte volte si vede nei filari di alberi cittadini dopo il taglio dei rami. “Un lavoro – commenta Prandini – che può essere svolto benissimo anche dalle aziende florovivaistiche che sono oltre cinquemila in tutta la regione e che custodiscono un enorme patrimonio di competenza e conoscenza utile per la gestione del verde e per l’inserimento di piante e fiori anche in funzione anti inquinamento”.