Sono centinaia gli imprenditori e gli allevatori bresciani e lombardi - guidati dal Presidente Ettore Prandini - che dalle prime ore della mattina hanno invaso la frontiera del Brennero, tra Italia e Austria, per difendere l’economia e il lavoro delle campagne dai traffici di schifezze di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane.
Nel piazzale scelto come campo base all'area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell'autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia) ci sono trattori, camper e pullman giunti nella notte. I migliaia di agricoltori giunti da tutta Italia, sono schierati attorno al tracciato stradale e hanno iniziato a fermare i camion per sapere cosa arriva e dove va a finire mentre sono sollevati cartelli per chiedere l’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i prodotti alimentari: “No all’ Europa che blocca i profughi e spalanca le frontiere alle schifezze” o “Il falso Made in Italy uccide l’Italia”.
“In assenza di regole sulla provenienza e sulle caratteristiche dei prodotti – interviene il Presidente Prandini - la concorrenza sleale è insostenibile con prezzi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi al di sotto dei costi di produzione con la drammatica chiusura dall’inizio della crisi ad oggi in Italia di oltre 172000 stalle e fattorie ad un ritmo di oltre 60 al giorno, con effetti drammatici sull’economia, sulla sicurezza alimentare e sul presidio ambientale, occorre fermare chi fa affari sulle spalle degli agricoltori e dei consumatori con le speculazioni sui prodotti favorite dalla mancanza di trasparenza sulla reale origine e sulle caratteristiche degli alimenti, che stanno provocando l’abbandono delle campagne”.
Questa mattina al Brennero è stato presentato il dossier di Coldiretti dove vengono evidenziati i drammatici effetti di quelli che sono i due furti ai quali è sottoposta giornalmente l’agricoltura: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall'altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori per colpa di una filiera inefficiente.
“Rischiamo di perdere un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa economica sostenibile e duratura che faccia bene all’economia all’ambiente e alla salute” prosegue il vice presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel denunciare che “l’invasione di materie prime estere spinge prima alla svendita agli stranieri dei nostri marchi più prestigiosi e poi alla delocalizzazione delle attività produttive”.
Contemporaneamente questa mattina si è svolta la mobilitazione dei Giovani agricoltori della Coldiretti che a Bruxelles stanno chiedendo un impegno più forte all’Unione Europea in occasione del vertice straordinario dei ministri europei dell’agricoltura. A questa iniziativa la nostra federazione è rappresentata dal delegato di Coldiretti Giovani Impresa Brescia Giancarlo Picco insieme a numerosi giovani imprenditori bresciani.
Il messaggio dei giovani della Coldiretti per le autorità comunitarie e chiaro: stop alle politiche europee che favoriscono gli inganni a tavola e snaturano le caratteristiche e la qualità dei prodotti alimentari.
“Qualche cosa sta cambiando - conclude Giancarlo Picco delegato provinciale Giovani impresa Brescia - e la richiesta di trasparenza, tracciabilità ed etichettatura di origine per la quale si batte da anni la Coldiretti è diventata un patrimonio comune come dimostrano la proposta alla Commissione Ue formulata dai Ministri Agricoli di Italia, Francia, Spagna e Portogallo ma anche le richieste avanzate da molti altri paesi dell’Unione”.