Più di 300 hamburger, preparati con 37 chili di carne macinata di alta qualità, chilometro zero e tracciabile. Gli agri-hamburger di “Carne sicura”, preparati con carne di scottone di razza Limousine allevate a Bagnolo San Vito nell’azienda di Fausto Garrò, sono stati i protagonisti di oggi al pranzo degli agri-chef nel Padiglione Coldiretti e sono stati al centro di una riflessione sul futuro del settore della carne e del suo rilancio. Obiettivo del Consorzio Lombardo Carni Bovine, del quale Garrò fa parte, e del suo progetto di filiera in collaborazione con i negozi al dettaglio per la promozione della carne italiana e di tutti quei tagli meno conosciuti o meno utilizzati.
“Crediamo sia necessario trovare soluzioni nuove alle difficoltà del nostre settore – spiega Primo Cortelazzi, presidente del nuovo Consorzio lombardo carni bovine – per questo pensiamo sia necessaria una rete che, partendo dagli allevamenti e arrivando al bancone dei negozi, promuova la diffusione di tutti i tagli di carne, non solo di bistecche e filetti”.
L’agri-hamburger – spiega Coldiretti Mantova – è proprio un esempio cardine di questa nuova filosofia d’approccio al cibo, dove alla base di tutto c’è l’alta qualità della materia prima, soprattutto per un comparto che, in Lombardia, garantisce almeno 10 mila posti di lavoro diretti e genera un giro d’affari di circa 800 milioni di euro. “Il rapporto diretto col consumatore, i progetti di sicurezza alimentare, la promozione delle produzioni territoriali sono azioni positive che aiutano a combattere la crisi e rafforzare la fiducia delle famiglie e il loro legame con gli allevatori” , spiega Paolo Carra presidente di Coldiretti Mantova.
La crisi – spiega Coldiretti Mantova – è causata dal crollo dei prezzi alla stalla e dall’aumento dei costi: dal 2008 a oggi il numero delle stalle da carne in Lombardia è precipitato da 9.776 a 7.842 con una perdita di quasi il 20%, mentre i capi allevati sono passati da 341 mila a poco più di 300 mila.
“Grazie alla vendita diretta – spiega Garrò - non c’è moltiplicazione dei costi dalla stalla alla tavola. Però serve tanta serietà, bisogna lavorare sempre bene, alimentando le vacche in modo giusto, perché con i clienti ci si mette ogni giorno la faccia. Noi, ad esempio, usiamo soltanto buon fieno di prati stabili e cereali non geneticamente modificati. E poi è fondamentale spiegare ai consumatori come preparare anche i tagli di carne giudicati meno pregiati, che costano meno ma danno grandi soddisfazioni in cucina”.