Lombardia, boom del lavoro in agricoltura. Come emerge da un’analisi di Coldiretti Lombardia su dati Istat, il primo trimestre 2015 ha fatto registrare un balzo di quasi il 24% degli occupati, passati dai 67 mila del primo trimestre 2014 agli 83 mila del primo trimestre di quest’anno, con un aumento percentuale maggiore fra i dipendenti con un più 31,6% mentre gli indipendenti sono saliti anche loro ma del 22,9% (sempre facendo il confronto fra il primo trimestre 2014 e il primo trimestre 2015).
“Le attività agricole – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – possono offrire opportunità di lavoro sia per chi vuole costruirsi un futuro professionale sia per chi cerca un’occupazione temporanea” In Lombardia gli agricoltori sotto i 40 anni titolari di azienda o che collaborano nella gestione delle imprese agricole sono circa 15 mila e operano in tutti i settori: dall’allevamento alla coltivazione di alberi da frutta e ortaggi.
Il 15% dei giovani agricoltori – spiega un’analisi della Coldiretti Lombardia - possiede una laurea, mentre il 68% ha un diploma superiore. Le nuove generazioni tornano in campagna spinti dalla passione (36%) o per mantenere in vita l'azienda di famiglia (26%). Per il futuro sognano materie prime ed energia meno care (65%), una burocrazia che rubi meno tempo al lavoro (57%) e con maggiori possibilità di accesso al credito (33%).
Oggi le aziende sono in mano a ragazzi sempre più preparati la maggior parte di loro ha conseguito titoli specifici (perito agrario, agrotecnico, scienze agrarie, viticoltura ed enologia), ma non mancano meccanici, geometri, esperti di pubbliche relazioni e ingegneri elettronici che nonostante studi non agricoli hanno scelto il “ritorno alla terra”. I settori dove i giovani sono più impegnati sono: l’allevamento (49%), la coltivazione dei cereali (38%), la coltivazione degli ortaggi (14%), la coltivazione degli alberi da frutto (11%).
Un mondo che fino a ottobre viene anche raccontato a Expo, anche attraverso le iniziative del Padiglione Coldiretti, sul cardo, all’ingresso sud. “Expo – conclude Prandini - è l’occasione per riflettere non solo sul rapporto fra noi e il cibo, ma anche su tutto il mondo della produzione, sulle filiere dal campo alla tavola, su un nuovo modo di intendere lo sviluppo e anche il commercio internazionale e la difesa delle economie locali. Non dimentichiamo che ogni anno oltre 60 miliardi di euro vengono sottratti al settore e al nostro Paese dal finto Made in Italy”