La situazione del comparto della carne bovina italiana e degli allevamenti italiani continua ad essere critica, determinata dall’azione congiunta di diverse variabili economico commerciali ed in particolare dall’andamento sempre al ribasso dei prezzi di mercato e dal costante calo dei consumi interni. Ad aggravare una situazione già particolarmente complessa, si aggiunge la cattiva informazione che i media televisivi di questo paese continuano a trasmettere ormai da più di un anno.
Da ormai vari, o meglio troppi mesi, si registrano prezzi di mercato assolutamente inadeguati tali da non coprire nemmeno i costi di produzione: una situazione che perdura da almeno un decennio e che in molti casi è stata solo “attenuata” dai contributi PAC, che hanno semplicemente permesso a molte realtà di rimanere in piedi.
“Per uscire dalla crisi – rilancia il Presidente di Coldiretti Brescia e di Coldiretti Lombardia Ettore Prandini – è fondamentale giungere ad una razionalizzazione organizzativa del comparto, realizzando economie di scala e abbattendo i costi di produzione, migliorando le potenzialità commerciali e arrivando ad una connotazione univoca della carne lombarda. Ed è strategico favorire un rapporto sinergico fra allevatori, sistema di macellazione, trasformazione e distribuzione, al fine di creare iniziative comuni finalizzate a valorizzare le produzioni italiane di qualità: in tal senso è positivo il percorso già avviato per creare un Consorzio Lombardo di Produttori della Carne Bovina”.
“È giusto ricordare ai consumatori – conclude il Presidente Prandini – che per la carne bovina è stato introdotto a partire dal 1° gennaio 2002 un sistema obbligatorio di etichettatura che consente di conoscere l'origine della carne acquistata con riferimento agli Stati di nascita, di ingrasso, di macellazione e di sezionamento, nonché un codice di identificazione che rappresenta una vera e propria carta d'identità del bestiame. Tutti elementi utili per poter scegliere e preferire in tutta tranquillità la buona carne lombarda e italiana”.