22 Maggio 2015
LOMBARDIA – CINGHIALI ASSALTO DI CAMPI E STRADE, IN DIECI ANNI CONTO DA 16 MILIONI DI EURO

“Prima si fermavano lontano e giravano solo di notte. Adesso li incontri in pieno giorno e arrivano a due passi da casa. L’ultimo avvistamento è di ieri pomeriggio verso le cinque”. Gianluca Marchesi, 42 anni, coltiva cereali e foraggio, vive e lavora a Zavattarello in Oltrepo Pavese, a ridosso di quella che è diventata la zona franca dei cinghiali. Si tratta di un’area di ripopolamento destinata alla piccola fauna, ma dove anche i maiali della boscaglia si sono insediati, abusivi e indisturbati, grazie al divieto di caccia. “Lì si riposano e si riproducono – spiega Marchesi – e da lì partono per le loro incursioni nei territori fuori dalla riserva”.
 
Fra danni all’agricoltura e incidenti d’auto, solo nel 2012 per colpa della fauna selvatica la Regione ha pagato oltre 2 milioni di risarcimenti mentre fra il 2005 e il 2015 – stima la Coldiretti Lombardia – sono stati superati i 16 milioni di euro, il 40% dei quali concentrato negli ultimi quattro anni.  Ogni anno in Lombardia i cinghiali sono responsabili di quasi 600 mila euro di danni, un terzo dei quali per incidenti stradali. Mentre supera i 400 mila euro la conta dei danni causati da corvi, piccioni e storni e sfiora i 140 mila quella per le nutrie.
 
“Ma si tratta di valori calcolati al ribasso perché non sempre gli agricoltori, scoraggiati, denunciano – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – siamo arrivati a una situazione insostenibile: bisogna rendere ancora più efficaci i piani di contenimento e allargare le maglie di intervento. In caso contrario la questione è destinata a peggiorare, con conseguenze imprevedibili”. Ieri notte nel Bresciano a Iseo, un uomo di 72 anni è morto dissanguato, ucciso da un cinghiale che l’ha caricato mentre tentava di scacciare l’animale dal proprio campo. Da Varese a Milano, da Pavia a Brescia, da Bergamo a Como, da Lecco a Lodi e fino in Valtellina questi ungulati sono ormai una specie endemica, come le nutrie che stringono d’assedio canali  e rogge della Pianura Padana fra Mantova e Milano.
 
“Il problema è stato sottovalutato – commenta Marchesi dai suoi terreni in Oltrepo – così ora i cinghiali partono dalle nostre zone e si spingono fino a Pavia e sulle rive del Ticino, cosa rara fino a qualche anno fa”. Per adesso gli abbattimenti li possono fare solo le Province, servendosi di guardie venatorie e di personale autorizzato. “Ma ormai – conclude Prandini – tutto questo non basta più”.

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