Due prosciutti su tre sono venduti come italiani ma vengono da maiali allevati all'estero, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta è ottenuta da grano non coltivato in Italia e la metà delle mozzarelle arriva da latte straniero o addirittura da semilavorati industriali (cagliate) provenienti dall’estero. E’ a partire da questi numeri che domani, mercoledì 11 marzo, a Milano presso la Sala Pirelli del Pirellone, dalle 10 alle 12.30, in un convegno organizzato da Coldiretti in collaborazione con Regione Lombardia si discuterà delle nuove frontiere dell’etichettatura come garanzia per i consumatori e per i produttori.
Al convegno, fra gli altri, parteciperanno Rolando Manfredini, capo area sicurezza alimentare della Coldiretti, Renato Calì di Adiconsum e Paolo Pozzilli, Direttore area di endocrinologia e diabetologia del Policlinico universitario Campu Bio-Medico di Roma. Verrà portata anche l’esperienza del filone macrobiotico con la proposta di un’etichetta che indichi anche i metodi di coltivazione, di trasformazione e la mescolanza delle materie prime per l’ottenimento del singolo prodotto agroalimentare.
La sfida – spiega la Coldiretti Lombardia – non è solo quella di dare tutte le informazioni utili al consumatore, fra cui l’origine delle materie prime è quella fondamentale, ma anche di renderle leggibili e chiare sia da un punto di vista grafico che per la terminologia usata. Tutto questo – conclude la Coldiretti – a fronte di una normativa comunitaria che mantiene anonima oltre la metà della spesa obbligando ad indicare la provenienza nelle etichette per la carne bovina, ma non per i prosciutti, per l’ortofrutta fresca ma non per i succhi di frutta, per le uova ma non per i formaggi, per il miele ma non per il latte.