“In dieci anni, dal 2003 al 2013, le province lariane hanno perso decine di aziende zootecniche da latte. A Como erano 226 nel 2013 e sono scese a 191 (-15%); ancor peggio in provincia di Lecco, dove dono passate in dieci anni da 159 a 106 (-33%). Le ripercussioni sono pesanti anche in termini occupazionali: in provincia Como, la crisi del comparto ci è già costata 40 posti di lavoro in meno, che salgono a 55 a Lecco. E sarà sempre paggio, se non si porranno le condizioni per invertire il trend”.
Lo sottolineano i vertici della Coldiretti interprovinciale, il presidente Fortunato Trezzi e il direttore Francesco Renzoni, oggi a Milano insieme agli allevatori delle due province e dell’intera Lombardia (complessivamente tremila): “Milano capitale della ‘regione italiana del latte’ per eccellenza, dato che in Lombardia si munge il 40% e oltre del prodotto nazionale. Milano città di Expo. Era importante esserci e la massiccia partecipazione dalle nostre province, dove sono partiti diversi pullman, ha evidenziato quanto il problema sia attuale e sentito nelle aree di Comasco e Lecchese”.
Ma, a Milano, c’erano anche e soprattutto i cittadini a dare una dimostrazione concreta di sostegno agli allevatori italiani sotto attacco del furto di valore che vede sottopagato il latte alla stalla senza alcun beneficio per i consumatori, ma anche degli inganni con il commercio di latte e formaggi provenienti da chissà quale parte del mondo ma spacciati come italiani.
Nell’anno dell’Expo, la chiusura delle stalle – continua la Coldiretti - rischia di far perdere all’Italia il primato nella produzione di formaggi a denominazione di origine (Dop) che in quantità è addirittura superiore quella francese e contribuisce a forgiare l’identità nazionale in campo alimentare con oltre 48 specialità riconosciute a livello comunitario sparse lungo tutto lo stivale.
“Stiamo perdendo un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa economica sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare che “l’invasione di materie prime estere spinge prima alla svendita agli stranieri dei nostri marchi più prestigiosi e poi alla delocalizzazione delle attività produttive”.
Tra gli obiettivi della mobilitazione per salvare le stalle italiane ci sono:
· Indicare obbligatoriamente l’origine nelle etichette del latte (anche Uht), dei formaggi e di tutti gli altri prodotti a base di latte.
· Garantire che venga chiamato “formaggio” solo ciò che deriva dal latte e non da prodotti diversi.
· Assicurare l’effettiva applicazione della legge che vieta pratiche di commercio sleale.
· Rendere pubblici i dati relativi alle importazioni di latte e di prodotti con derivati del latte, tracciando le sostanze utilizzate.
· Un pronto intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro le forme di concorrenza sleale e gli abusi di posizione dominante nel mercato del latte.
· Attuare le misure di sostegno agli allevamenti italiani previste dal Piano Nazionale di Sviluppo Rurale.
· Realizzare un piano organico di promozione (in Italia e all’estero) del latte e delle produzioni italiane, (in Italia e all’estero) del latte e delle produzioni italiane, a partire da Expo 2015.
· Promuovere iniziative nazionali per il consumo del latte e dei formaggi di qualità, soprattutto nelle scuole e nelle mense pubbliche.
· Semplificare le procedure burocratiche.
· Garantire che le risorse previste dal “Piano latte” del Mipaaf vadano agli allevatori.