Sono oltre mille i fontanili ancora esistenti in Lombardia e – spiega la Coldiretti regionale - con circa 490 punti censiti la Città metropolitana di Milano si conferma la “capitale” delle acque sorgive. I fontanili sono delle porte d’accesso alla falda sotterranea per far risalire in superficie le acque e utilizzarle a scopo irriguo. Elemento tradizionale dell’agricoltura lombarda, molti sono rimasti sia come testimonianza storica che come nuclei di zone naturalistiche.
Secondo le ultime ricerche disponibili – spiega Coldiretti Lombardia - dopo l’area di Milano, il maggior numero di fontanili si trova in provincia di Cremona (241) e nel Bresciano (189). A seguire: Bergamo (183), Pavia (150), Mantova (27) e Lodi (15). Oggi – spiega la Coldiretti regionale – molti versano in stato di abbandono o incuria, anche se non mancano azioni di recupero portate avanti sia da associazioni e istituzioni che da alcuni agricoltori. È il caso, ad esempio, di Giampietro Bonizzi titolare di un’azienda agricola a Boffalora d’Adda (Lodi), che cura un fontanile presente sui suoi terreni, lungo oltre 300 metri: “Cerco di mantenerlo pulito e funzionante anche se non lo utilizzo per irrigare – spiega –. Ho imparato da mio papà: in inverno tolgo i rami secchi, in primavera e in estate taglio l’erba e faccio manutenzione alle sponde, mentre durante l’autunno rimuovo le infestanti e le foglie cadute dagli alberi”.
Per molte specie animali e vegetali – continua la Coldiretti – i fontanili rappresentano un habitat rifugio. “Si vedono volpi, fagiani, falchi, lepri e diversi tipi di pesci – racconta ancora Giampietro Bonizzi – Senza contare tutti gli alberi che crescono lungo le sponde, dal sambuco alla robinia, dal rovere al nocciolo”. Gli fa eco Davide Chiesa, 35 anni e allevatore di vacche da latte a Corte Palasio (Lo): “Nella nostra zona, poi, i fontanili svolgono anche un’azione di bonifica sui terreni” “Per questo nel 2012 grazie a un bando Psr, ne ho recuperati tre: uno era ancora attivo, quindi è stato sufficiente pulirlo, gli altri due invece sono stati totalmente ripristinati”.
Anche in provincia di Milano non mancano gli interventi di agricoltori custodi. Carla Magenis, della Cascina Cassinetta di Settala, è molto legata al fontanile Rile da cui trae l’acqua necessaria per i suoi 9 ettari di marcite. “Per noi è importante che rimanga attivo – spiega Carla – In passato era mio marito che se ne occupava: con un cavallo trainava un erpice per rimuovere i detriti dal fondo, facilitando così lo scorrimento dell’acqua. Poi c’è stato un importante intervento di riequilibrio idraulico a opera del Parco Agricolo Sud Milano e da allora per la pulizia abbiamo incaricato degli specialisti. Recentemente i terreni dove si trova il fontanile sono stati espropriati dalla Teem. La proprietà dovrebbe in futuro passare allo stesso Parco Agricolo Sud Milano e l’area dovrebbe continuare ad essere tutelata. Ci auguriamo sia così”. Il fontanile Rile è costituito da tre teste collegate tra loro, attive tutto l’anno, e circondate da una moltitudine di specie vegetali: dal carpino bianco all’acero campestre, dal ciliegio selvatico alla berretta del prete. Nel 2009, attraverso una delibera regionale, l’area del fontanile è riconosciuta come “Zona a monumento naturale”.