Legittima difesa. E’ questo il fulcro della proposta di legge presentata da Coldiretti Lombardia per fermare l’invasione dei cinghiali nei campi e sulle strade. “La situazione si fa ogni giorno più grave, sia dal punto di vista economico che sul fronte della sicurezza delle persone” spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia. “Per questo è necessario intervenire con strumenti legislativi che diano la possibilità di difendersi dall’invasione. Non dimentichiamoci i 200 incidenti stradali che in media ogni anno vengono provocati dalla fauna selvatica, uno degli ultimi, in Oltrepò Pavese, purtroppo mortale”.
Secondo un’elaborazione di Coldiretti su dati regionali, il conto totale dei danni in Lombardia negli ultimi 12 anni ha ormai superato i 17 milioni di euro, di cui 13 milioni per assalti ai campi e 4 milioni per schianti automobilistici. Si tratta di numeri prudenziali perché sempre più spesso gli agricoltori esausti non presentano neppure più le denunce.
A livello provinciale il totale dei danni dal 2004 a oggi (fra agricoltura e incidenti stradali), si attesta nel Varesotto addirittura a 1 milione e mezzo di euro.
“Un grave problema che interessa l’intero comprensorio della provincia prealpina” osservano il presidente e il direttore della Coldiretti provinciale, Fernando Fiori e Raffaello Betti: dalla zona della ‘Bassa’, tra Uboldo e Saronno, come anche a Lonate Pozzolo e lungo l’asta del fiume Ticino, e ancora salendo fino a Cittiglio, alla Valcuvia e alla Val Ceresio, le invasioni dei cinghiali negli ultimi tempi non si contano in tutto il comprensorio.
“La proposta di legge che stiamo presentando – concludono Fiori e Betti – parte dal principio di rendere più efficiente il contenimento delle popolazioni di cinghiali e prevede di creare delle mappe territoriali sulla presenza di questi animali con misure di selezione delegate anche agli agricoltori in possesso di regolare licenza di caccia”.
Dopo tutte le verifiche igienico sanitarie – spiega Coldiretti Lombardia - le carni degli animali abbattuti potrebbero essere destinate al consumo privato o a soggetti che operano nel sociale.