Rischio valanghe in montagna e frane nella Bergamasca, allerta ghiaccio sulle strade mentre il livello del fiume Po sale di oltre un metro in appena 24 ore. È quanto emerge da un monitoraggio di Coldiretti sull’ondata di maltempo che sta investendo la Lombardia. In montagna – spiega la Coldiretti – la neve fresca rappresenta il problema principale con il rischio valanghe che rimane forte, mentre a Riva di Solto nella Bergamasca una frana caduta nella notte sulla strada Rivierasca occidentale ha provocato disagi alla circolazione. E sempre in provincia di Bergamo, nella notte a Mezzoldo uno smottamento ha coinvolto un’abitazione fortunatamente senza conseguenze mentre a Gandellino si è dovuti intervenire per ripristinare il torrente della Valle Pesel che ha scaricato in strada fango e detriti a causa delle abbondanti piogge.
Contro le insidie del ghiaccio sono già stati mobilitati in diverse zone della Lombardia i trattori degli agricoltori Coldiretti per spargere il sale e rendere più sicure le strade. Intanto il fiume Po è salito di oltre un metro in appena 24 ore al Ponte della Becca in provincia di Pavia.
Il rapido innalzamento del più grande fiume italiano è rappresentativo della situazione di difficoltà dei bacini idrografici lungo la Penisola con allarmi, tracimazioni e paesi evacuati con conseguenti allagamenti delle campagne. In provincia di Reggio Emilia – sottolinea la Coldiretti - è tracimato l’Enza, affluente del Po, nel Parmense ci sono problemi con la piena del Taro, il Serchio è esondato in provincia di Lucca e timori ci sono anche in Liguria. Dopo un lungo periodo di siccità le precipitazioni per poter essere assorbite dal terreno devono cadere in modo continuo e non violento, mentre gli acquazzoni – continua la Coldiretti - aggravano i danni provocati dagli allagamenti con frane e smottamenti. La spallata del maltempo arriva dopo un anno che è stato fra i più secchi e caldi della storia meteorologica dell’ultimo secolo. Nel 2017 in Lombardia – spiega la Coldiretti – è caduto il 38% di acqua in meno, mentre in Italia quasi 1/3 in meno (-30%) che ha provocato la più grave siccità dal 1800 (dati Isac Cnr) con drammatici effetti sull’agricoltura, ma anche rischi per gli usi civili ed industriali. L’energia termica accumulata – conclude Coldiretti – è alla base di anomalie climatiche sempre più estreme che negli ultimi dieci anni hanno causato danni in Italia per oltre 14 miliardi di euro.