Continua a ritmi vertiginosi il consumo di suolo in provincia di Bergamo. Secondo i dati del’ISPRA (Istituto Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) da novembre 2015 a maggio 2016 in provincia di Bergamo sono stati cancellati 110 ettari, vale a dire che ogni mese sono andati irrimediabilmente persi 16 ettari di suolo (5.300 mq al giorno). In pratica è come se in 7 mesi avessimo fatto sparire dalla cartina il comune di Fiorano al Serio.
Lo rende noto Coldiretti Bergamo in occasione della giornata mondiale sul consumo del suolo che si celebra oggi, 5 dicembre, lanciando l’ennesimo appello sui pesanti effetti che questo comporta dal punto di vista economico, occupazionale ed ambientale.
“Il continuo sacrificio di fertile campagna – sottolinea Coldiretti Bergamo – va ad incidere sulla produzione agricola di qualità, sulla sicurezza alimentare e ambientale oltre che sul degrado idrogeologico del nostro territorio che resta così più fragile rispetto agli effetti dei cambiamenti climatici, a partire dalle precipitazioni sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d’acqua, che il terreno non riesce ad assorbire”.
Di fronte allo scempio che quotidianamente viene fatto di un bene prezioso per l’umanità, Coldiretti Bergamo evidenzia che per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento del ruolo sociale, culturale ed economico dell’attività agricola.
“Perseguendo un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia negli ultimi 25 anni ad appena 12,8 milioni di ettari – denuncia Coldiretti Bergamo -, l’ultima generazione ha dilapidato oltre ¼ della terra coltivata in Italia (-28%) per colpa della cementificazione e dell’abbandono. Evidentemente però questo non ci ha insegnato nulla visto che continuiamo a costruire strade e ad edificare insediamenti abitativi e produttivi senza tenere nella giusta considerazione soluzioni alternative di riqualificazione”.
Se si vuole arginare in tempo questo scempio, per Coldiretti Bergamo occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ormai da alcuni anni ferma in Parlamento, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio. Una esigenza che si estende a livello comunitario dove la task force, formata da ACLI, Coldiretti, FAI, INU, Legambiente, LIPU, Slow Food e WWF e altre 500 associazioni promotrici di “People4Soil” che hanno aderito al network europeo (www.salvailsuolo.it), ha lanciato un appello rivolto alla Commissione Europea, che fa riferimento all’obiettivo delle Nazioni Unite di fermare il degrado di suolo a livello globale entro il 2030.