Sale la conta dei danni nei campi causati dall’ultima grandinata che si è abbattuta sulla Lombardia, tra Pavia e Milano. Colpiti ortaggi, cereali, fragole e foraggi. E’ quanto emerge da una rilevazione della Coldiretti Lombardia sulla base delle segnalazioni che stanno arrivando in queste ore dalle aziende agricole finite sotto la tempesta di ghiaccio, che dopo aver colpito il Pavese si è riversata sulla fascia del Sudest milanese, tra Melegnano e Melzo, passando per Mediglia e Paullo. Una perturbazione che è durata una decina di minuti e che ha lasciato su campi e strade un manto bianco spesso alcuni centimetri.
Secondo le prime stime – spiega la Coldiretti Lombardia – nel Pavese i chicchi di ghiaccio, grandi come nocciole, hanno danneggiato almeno il 20% delle coltivazioni di orzo, frumento e foraggi come erba medica e loietto. Nel Milanese, invece, ad avere la peggio sono stati soprattutto verdura e frutta in pieno campo. “Purtroppo la grandine ci ha preso in pieno – racconta Giorgio Scotti, orticoltore di Mediglia - In questi giorni nell’area colpita stavamo coltivando soprattutto erbette, insalata e spinaci: tutto quello che c’era in pieno campo è stato rovinato. Parliamo di almeno una decina di ettari, adesso verificheremo bene, ma il danno è grande”. “La grandinata ha macinato tutti i piselli, ma ha creato problemi anche alle altre colture in campo – spiega Davide Baioni, agricoltore di Cassano d’Adda -. I chicchi hanno centrato due ettari su cui stavano crescendo anche erbette, spinaci e aglio: hanno buttato giù tutto”.
Non è andata meglio alla frutta: “Sono circa cinque gli ettari colpiti dalla grandine – dice Guglielmo Stagno D’Alcontres, coltivatore di Cassina de’ Pecchi -. Si tratta soprattutto di fragole: le piantine sono state spezzate. I fiori, per fortuna, erano ancora pochi, perché quelli che c’erano sono stati spazzati via”. Nelle aziende del Milanese coinvolte dalla violenta precipitazione – spiega la Coldiretti regionale – la conta dei danni è ancora in corso, ma per quanto riguarda i cereali il danno dovrebbe riguardare il 5-10 per cento delle coltivazioni sui campi colpiti.
“Semine in ritardo e piantine ancora basse hanno evitato danni peggiori. Ma ad esempio, il primo taglio di erba è stato compromesso per almeno il 40 per cento – spiega Alessandro Rota, imprenditore agricolo di Cassano d’Adda -. Prati e loietto sono stati presi in pieno. Per quanto riguarda i cereali, si tratta soprattutto di danni da stress: se la stagione migliora, le piante potranno riprendersi”.
L’andamento anomalo di questa primavera conferma i cambiamenti climatici in atto, che nei campi si manifestano – sottolinea la Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali. Dopo i ritardi della semina dovuti alle piogge insistenti, che hanno allungato la coda dell’inverno, il timore degli agricoltori è proprio per le grandinate che potrebbero compromettere le produzioni.