16 Luglio 2019
Agricoltura sociale, dopo il decreto opportunità per il comprensorio lariano

COMO-LECCO – Anche nelle due province di Como e Lecco, il settore primario può essere protagonista di un nuovo modello di welfare con progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti più vulnerabili: è la cosiddetta “agricoltura sociale”, che si configura attraverso un ampio ventaglio di progetti e ambiti operativi, dall’agriasilo alla pet-therapy, ai progetti di inclusione per i disabili. Un’opportunità di crescita e specializzazione che, ora, vede un riferimento importante nell’atteso decreto che definisce standard e requisiti minimi, così come previsto d all’articolo 2, comma 1, della legge 141/2015 sull’agricoltura sociale.

 

Lungo tutta la Penisola, nelle aree rurali come in quelle periurbane – sottolinea la Coldiretti lariana – ci sono migliaia di realtà molto diversificate che dopo una attesa di quattro anni dalla legge avranno finalmente un punto di riferimento per le proprie attività in ambito sociale. C’è chi si occupa di persone con problemi di dipendenza (droga e alcool in particolare) oppure chi si dedica a ortoterapia, ippoterapia e altre attività con disabili fisici e psichici di diversa gravità, ma ci sono realtà che seguono il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate (minori a rischio, disoccupati di lunga durata, ecc.) oppure che puntano allo sviluppo di un’attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialità (agriasilo, orti per gli anziani, ecc.).

“Percorsi che si inseriscono, per quanto riguarda la provincia di Varese, su un tessuto imprenditoriale particolarmente sensibile al settore della formazione, come conferma il successo di tutti i progetti realizzati negli ultimi anni sul fronte della didattica, non solo a supporto delle scuole: in estate, infatti, numerose imprese agricole si trasformano in veri e propri “centri estivi” dove i ragazzi possono alternare momenti di svago e conoscenza del mondo agricolo e delle sue dinamiche” sottolinea il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi.

Si tratta, in generale, di una realtà variegata dove  – a livello nazionale - è significativa la percentuale di realtà (45%) che attuano l’inserimento socio lavorativo, di supporto alla quotidianità e all’inclusione sociale (25%) spesso indirizzata agli studenti, riabilitazione e servizi terapeutici (20%) ed educazione ambientale (10%) secondo elaborazioni su dati Ismea. 

Il Decreto chiarisce finalmente che le aziende agricole in forma singola o associata e le cooperative sociali il cui reddito da attività agricola debba essere superiore al 30% del totale possono essere riconosciute come soggetti che erogano servizi di agricoltura sociale.

Tra gli utenti di tali servizi si considerano i lavoratori con disabilità e svantaggiati e i minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione e sostegno sociale; inoltre sono servizi di agricoltura sociale anche le prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali mediante l'utilizzazione delle risorse materiali e immateriali dell'agricoltura per promuovere, accompagnare e realizzare azioni volte allo sviluppo di abilità e di capacità, di inclusione sociale e lavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana.

Anche le prestazioni e servizi che affiancano e supportano le terapie mediche, psicologiche e riabilitative finalizzate a migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali, emotive e cognitive dei soggetti interessati che possono prevedere l'ausilio di animali allevati e la coltivazione delle piante, si possono considerare attività di agricoltura sociale. Infine sono riconosciuti tali anche i progetti finalizzati all'educazione ambientale e alimentare, alla salvaguardia della biodiversità nonché alla diffusione della conoscenza del territorio attraverso l'organizzazione di fattorie sociali e didattiche riconosciute a livello regionale, quali iniziative di accoglienza e soggiorno di bambini in età prescolare e di persone in difficoltà sociale, fisica e psichica.

 Per la “bontà” del servizio erogato è richiesta la presenza di figure professionali preposte all’erogazione di tali servizi che potrà essere dimostrata mediante collaborazioni o convenzioni. Anche l’utilizzo di animali negli interventi assistiti per migliorare le condizioni di salute, le funzioni sociali, emotive e cognitive delle persone coinvolte e gli orti sociali, condotti da soggetti riconosciuti per l’erogazione di servizi di agricoltura sociale trovano spazio nel decreto.

 Una svolta epocale – conclude Coldiretti Como Lecco – con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona.

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