“Sono troppe le persone non qualificate che si improvvisano operatori del verde e fanno una concorrenza sleale ai florovivaisti che invece svolgono questo lavoro in modo professionale”. E’ la denuncia fatta da Giancarlo Colombi, presidente dell’Associazione Florovivaisti di Bergamo, una realtà sostenuta da Coldiretti e da Confagricoltura che rappresenta floricoltori, vivaisti, manutentori e costruttori del verde, imprese boschive, cooperative del verde, garden center e centri di giardinaggio.
“Purtroppo – sottolinea Colombi – non sempre si comprende l’importanza di affidare un lavoro di manutenzione del verde a chi è effettivamente preparato per farlo, non solo dal punto di vista delle competenze ma anche per quanto riguarda la disponibilità degli strumenti necessari per compiere in modo corretto le varie operazioni, dalla potatura allo sfalcio dei prati fino al corretto smaltimento dei rifiuti. Aiuole nei giardini pubblici tenute male o rotonde sulle strade che danno l’idea della trascuratezza non contribuiscono certo a rendere più bello il paesaggio o più accoglienti le nostre città”.
Con 581 aziende (sono aumentate del 20,54 % negli ultimi 5 anni) la provincia di Bergamo si colloca al quinto posto nel comparto florovivaistico lombardo che conta complessivamente 5.481 aziende.
“Il settore florovivaistico – spiega Colombi – potrebbe avere delle prospettive interessanti dal punto di vista economico ed anche occupazionale. Il fatto che persone non specializzate, a volte anche con l’avallo delle amministrazioni locali, ci facciano concorrenza con prezzi bassissimi che noi non potremmo mai sostenere in quanto le nostre aziende per essere in regola oltre ai costi per l’attività devono anche sostenere oneri e tasse, ci sta mettendo veramente in difficoltà e mette in forse il nostro futuro”.
Le potenzialità del settore dal punto di vista occupazione sono rappresentate anche dai numeri. In provincia di Bergamo nel 2011 gli addetti del settore erano 1.640 mentre nel 2015 sono passati a 1.726 (+ 5,25%).
“Ormai si stratta di una vera e propria giungla – conclude Colombi – e per le aziende è sempre più difficile stare sul mercato. Per riportare un po’ di chiarezza in questa situazione ingarbugliata è necessario che a livello legislativo vengano stabiliti requisiti ben precisi che definiscano l’operatore professionale e lo qualifichino in modo da evitare dannose confusioni. E’ importante che anche nel florovivaismo si ponga l’accento sulla necessità di una adeguata formazione, è dal rispetto di questo aspetto che deve partire la lotta all’improvvisazione”.