“Oggi diventa più che mai indispensabile guardare oltre le frontiere per dare futuro alle imprese agricole italiane. E’ fondamentale ottenere l’etichettatura obbligatoria sui prodotti e, a fianco, creare i presupposti per percorsi virtuosi con il mercato estero. E’ quanto afferma il Vice Presidente di Coldiretti Ettore Prandini in occasione della tavola rotonda “il Made in Italy è la risposta alla crisi economica” in corso presso la sala conferenze di UBI Banca a Brescia con oltre 600 soci imprenditori presenti.
Il ruolo delle istituzioni da una parte e degli istituti bancari dall’altra - interviene Coldiretti – diventa quindi basilare per dare interessanti opportunità al mondo dell’agroalimentare italiano che, nel 2015 ha raggiunto il record storico delle esportazioni di 36,8 miliardi, un valore che è praticamente raddoppiato negli ultimi dieci anni (+74%).
Questo uno dei tanti temi moderati dal Direttore del Giornale di Brescia Nunzia Vallini in occasione della tavola rotonda alla presenza del Ministro delle politiche agricole alimentari e Forestali Maurizio Martina, il Direttore Generale UBI-Banco di Brescia Stefano Vittorio Kuhn, il Presidente de La Linea Verde Spa - Dimmi si Sì Giuseppe Battagliola, Il Direttore del Consorzio Grana Padano Stefano Berni, il Vice Presidente del Consorzio Franciacorta Silvano Brescianini, il Direttore Generale Conad Francesco Pugliese e del Presidente del Consorzio dle Casalasco – Pomì Paolo Voltini.
Primo importante passo per arrivare all’internazionalizzazione dei prodotti agroalimentari – prosegue Coldiretti - è certamente l’indicazione dell’origine obbligatoria su tutti i prodotti.
E’ proprio di ieri infatti la notizia che il Parlamento europeo ha invitato la Commissione a dare applicazione all’indicazione obbligatoria del Paese d’origine o del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte destinati al consumo diretto nonché ai prodotti lattiero-caseari e ai prodotti a base di carne, e a valutare la possibilità di estendere l’indicazione obbligatoria del Paese di origine o del luogo di provenienza ad altri prodotti alimentari mono-ingrediente o con un ingrediente prevalente, elaborando proposte legislative in questi settori.
“E’ un passo importante per fermare l’inganno del finto Made in Italy – aggiunge Prandini – Questa presa di posizione è il risultato delle battaglie di Coldiretti, ma non ci possiamo fermare. Il prossimo passo deve essere una decisione coerente della Commissione UE che finalmente garantisca chiarezza e trasparenza ai consumatori valorizzando al tempo stesso il lavoro delle nostre aziende agricole”.
“La gente vuole tornare a conoscere davvero i prodotti e non limitarsi a comprarli, come fossero bulloni tutti uguali sfornati in serie” afferma Prandini. Il 96,5% dei consumatori italiani infatti – spiega Coldiretti - ritiene necessario che l’origine degli alimenti debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta, secondo la consultazione pubblica on line condotta dal ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf). “Inoltre l’indicazione d’origine permetterebbe di far emergere in modo chiaro quel fiume carsico di 1.150.000 quintali di cagliate estere importate, pari al 12% della nostra produzione nazionale di latte, che vengono poi usate per realizzare formaggi spacciati per italiani senza che i consumatori ne sappiano nulla, danneggiando al tempo stesso le stalle italiane”.
L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004 grazie alla quale è diventato obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte fresco e quella della passata di pomodoro in Italia”.