“L’utilizzo dei voucher in agricoltura è una soluzione necessaria ed apprezzata da imprese agricole e lavoratori bresciani”. E’ questo il commento di Mauro Donda, direttore di Coldiretti Brescia, in merito alle estensioni dell’utilizzo dei voucher in agricoltura che hanno portato anche allo sciopero dei giorni scorsi di Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil.
“In particolare – sottolinea Mauro Donda - nel bresciano, nell’80% dei casi i lavoratori pagati con i voucher fanno parte della categoria dei pensionati, nel 12% sono studenti mentre per il 4% si tratta di cassintegrati e di casalinghe. Come Coldiretti di Brescia abbiamo gestito quasi 19mila voucher con soddisfazione da parte delle imprese e degli utilizzatori. Purtroppo il nostro è un Paese nel quale i cambiamenti sono sempre difficili e spesso si ragiona con dei preconcetti.
"A tal proposito – continua Donda - è abbastanza singolare che le manifestazioni contro i voucher abbiano avuto maggiore partecipazione nelle città e nelle aree dove questo strumento è ancora sconosciuto. Ad esempio, a Catanzaro c’erano 7 mila lavoratori in piazza a dire no ai voucher, ma in tutta la Calabria, nell’intero 2011, il lavoro agricolo pagato con i buoni-lavoro è di appena 39.600 euro. Si tratta all’incirca di una ventina di lavoratori, contro un valore di 1.066.000 euro spesi dalle imprese agricole della Lombardia di cui circa un terzo nella nostra provincia. Forse c’è qualcuno che sta guardando il problema dalla parte sbagliata visto che dai nostri dati i buoni-lavoro hanno creato nuovi spazi di impiego in agricoltura senza sottrarre nulla alle forme tradizionali di assunzione di manodopera”.
Infatti, per Coldiretti Brescia quella dei voucher è un’opzione assolutamente necessaria, soprattutto nei brevi periodi dedicati alle operazioni di raccolta, come nel caso della vendemmia (nella nostra provincia nel 2011 sono stati staccati all’incirca 38.000 voucher “agricoli”), che prevedono un fabbisogno elevato di lavoratori per periodi molto brevi di 15/30 giorni.
“Prima dell’introduzione dei voucher – spiega Donda - stante l’indisponibilità di manodopera italiana, era praticamente scontato fare ricorso a lavoratori stranieri che per le regioni settentrionali erano soprattutto polacchi e rumeni. I voucher invece, per semplicità e per il fatto di non intaccare la pensione, hanno reso appetibile questa forma di occupazione soprattutto per i pensionati. Anche per gli studenti si è trattato di una formula apprezzata, soprattutto perché consente ai ragazzi di guadagnare qualcosa con brevi periodi di impiego e senza dover trascurare lo studio.”
| Anno 2010 |
Anno 2011 |
|
| Nord |
1.287.394 |
1.422.135 |
| Centro |
291.435 |
298.329 |
| Sud e Isole |
44.356 |
47.504 |
Numero di voucher (valore 10 € l’uno) utilizzati dalle imprese agricole (fonte Inps)