Oltre 500 eventi estremi tra grandinate, bombe d’acqua, trombe d’aria alternate a ondate di calore: si chiude così l’annata agraria in Lombardia dove si conferma il forte impatto del cambiamento climatico sull’andamento del lavoro e delle produzioni nei campi. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti regionale a partire dai dati ESWD (European Sever Weather Database) mentre sul territorio si stanno celebrando le Giornate del Ringraziamento, tradizionale appuntamento con cui si chiude il bilancio di lavoro nelle campagne.
Se nel 2022 – spiega la Coldiretti Lombardia – una storica siccità ha colpito in maniera diffusa e generalizzata la nostra regione, il 2023, dopo un inizio segnato ancora da una grave carenza idrica, è stato poi caratterizzato per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi che hanno colpito in maniera violenta e localizzata – continua la Coldiretti – e che si sono alternati a ondate di calore in particolare nella stagione estiva, a cui ha fatto seguito un autunno mite.
Il risultato – continua la Coldiretti Lombardia – è una situazione a macchia di leopardo nelle campagne lombarde, con produzioni colpite direttamente dagli effetti di tempeste di ghiaccio e bombe d’acqua e altre che, dopo la grande sete del 2022, recuperano parte della produttività.
L’annata – precisa la Coldiretti Lombardia – è stata difficile per produzioni come l’olio d’oliva colpito dalle grandinate e per il miele in particolare sulle prime fioriture come l’acacia, il tarassaco e il millefiori primaverile che hanno fatto registrare cali marcati con punte fino al 70% in meno rispetto allo scorso anno. Tagliata anche la produzione di zucche in particolare nel Mantovano, dove per l’alternanza tra grandinate e colpi di calore si segnalano cali fino al 20% rispetto al 2022, e di pere con riduzioni fino al 70% rispetto all’anno scorso a causa di gelate tardive e tempeste di ghiaccio.
Rispetto alle gravi difficoltà del 2022 boccata d’ossigeno per il riso, ma nel complesso si prevede una produzione ancora inferiore alla media di circa il 10%, con punte fino al 15% in meno in alcune zone, come quelle a Ovest della città metropolitana. In ripresa anche le produzioni di mais, nonostante la grandine. Bilancio positivo anche per l’uva da vino con le quantità stimate in aumento di almeno il 6% a livello tendenziale, al netto delle grandinate che hanno interessato alcune aree come quelle della Sassella in Valtellina o quella del Lugana sul lago di Garda, e per il pomodoro con raccolti in aumento fino al 10% rispetto al 2022.
L’agricoltura – afferma la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli: le imprese agricole devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Un obiettivo – conclude la Coldiretti – che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare l’innovazione, dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm alla quale la Commissione Europea, anche grazie al pressing di Coldiretti, sta finalmente aprendo le porte. Servono, infine, investimenti per la manutenzione, il risparmio, il recupero e la regimazione delle acque con un sistema diffuso di piccoli invasi che possano raccogliere l’acqua in eccesso per poi distribuirla nel momento del bisogno.