A Como l’85% del verde pubblico è senza manutenzione, anche se con 69 metri quadrati la città è tredicesima a livello nazionale per superficie verde procapite a disposizione di ciascun abitante. È quanto emerge da un’analisi sugli spazi “green” cittadini realizzata da Coldiretti in occasione del faccia a faccia fra i candidati sindaco allo Yacht Club del lago. Una circostanza paradossale – spiega l’associazione degli agricoltori – se si considera che in tutta la provincia ci sono 200 aziende florovivaistiche, con una superficie dei vivai di 357 ettari, alle quali se ne aggiungono più di 400 che si dedicano alla gestione di giardini e paesaggio, per un totale di oltre 1500 posti di lavoro. Cosa non da poco, se si pensa che nell’ultimo decennio il comparto ha risentito pesantemente della crisi facendo registrare una diminuzione del 6,7% del numero di imprese, che hanno dimezzato il loro fatturato e ridotto gli occupati del 3,5%”.
A livello lombardo la filiera dei floro è composta da circa 5 mila imprese attive sia nella coltivazione che nella manutenzione e gestione del verde, che danno lavoro – stima la Coldiretti – a oltre 14 mila persone. “È come una grande industria solo che non inquina e rende molto più belle e vivibili le nostre città - conferma Fortunato Trezzi, Presidente della Coldiretti di Como e Lecco – credo che da parte delle amministrazioni, un corretto approccio alla manutenzione del verde non debba considerare solo la quantità degli interventi, ma anche una pianificazione delle specie vegetali più adatte e questo si può fare bene con la collaborazione dei nostri florovivaisti”.
Secondo i ricercatori del CNR un’abitazione inserita in un ambiente verde con alberi risparmia fra gli 80 e i 200 euro all’anno di minori costi per riscaldamento e raffreddamento, mentre una pianta adulta è in grado di assorbire dai 20 ai 50 chili di anidride carbonica e fornire l’ossigeno necessario per un anno a 10 persone. “Crediamo che valorizzare il nostro settore non faccia bene solo alle aziende, ma anche a tutta la comunità – afferma Michele Ratti, florovivaista – per questo pensiamo che sia strategico non solo aumentare le aree soggette a manutenzione, ma anche progettare gli spazi con le essenze più adatte sia dal punto di vista dell’adattamento climatico che come barriere anti smog”.