Un appello ai Comuni, alle Provincie e agli enti locali per “difendere l’italianità dei nostri prodotti tipici e a denominazione di origine protetta” ed evitare il ripetersi dell’ormai noto Caso Simest.
A lanciarlo è la Coldiretti Como e Lecco che, attraverso il presidente Fortunato Trezzi ha, annunciano “la partenza sul territorio di una grande mobilitazione” che intende coinvolgere le istituzioni e i cittadini in un fronte comune per proteggere e rilanciare i prodotti tipici locali.
Come accennato, il dato di partenza è lo scalpore suscitato dopo la denuncia (segnalata da Coldiretti a livello nazionale) dell’operato della Simest, la società controllata dal Ministero dello Sviluppo economico che ha finanziato alcune realtà impegnate in discutibili operazioni di investimento negli Usa ed in Romania: in particolare, sotto accusa, la promozione di prodotti come bresaole uruguayane ed altri salumi che richiamano l’italianità solo nel nome, in quanto tutti prodotti all’estero.
“Abbiamo predisposto un invito ai Comuni, alle Provincie, alle Camere di Commercio, Comunità Montane e ai parlamentari dei nostri territori per sollecitare l’adozione di apposite delibere che impegnano gli enti locali a sostenere l’azione di Coldiretti nel richiedere esaustive informazioni sul caso Simest adoperandosi, nel contempo, per tutelare i prodotti agroalimentari tipici del territorio” aggiunge il Direttore Francesco Renzoni.
“Condividiamo quanto ha affermato il presidente Nazionale Marini intervenendo alla Camera dei Deputati” ha detto Trezzi. “Il supporto all’internazionalizzazione non deve significare sostegno alla delocalizzazione che sposta lavoro, capitali e mercati all’estero senza alcun beneficio per l’Italia, né tantomeno finanziamenti al cosiddetto “italian sounding”, con la produzione o vendita di cibi che utilizzano materie prime e lavoro stranieri e sfruttano indebitamente l’immagine di prestigio dei territori italiani costruita nel tempo dagli imprenditori agricoli”.
Mobilitata sul fronte Simest anche la Federazione Regionale Coldiretti Lombardia che,durante un vertice con l’assessore Giulio De Capitani, ha chiesto di adottare un ordine del giorno che condanni la politica della società compartecipata del Ministero dello Sviluppo Economico.
“Non è accettabile – aggiungono dalla Coldiretti Lombardia – che lo Stato sostenga economicamente chi, attraverso la delocalizzazione, fa concorrenza sleale agli imprenditori agricoli che operano in Italia, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale. Bisogna porre fine a questa situazione, che danneggia anche l'economia della Lombardia, prima regione agricola d'Italia e tra le prime a livello europeo”.
L'italian sounding – conclude Coldiretti Lombardia - sottrae all'economia nazionale oltre 60 miliardi di euro all'anno (164 milioni di euro al giorno), cifra 2,6 volte superiore rispetto all'attuale valore delle esportazioni italiane dell'agroalimentare, un settore che da solo rappresenta oltre il 16 per cento del Pil italiano.
Ovviamente i riflessi si vedono anche sul nostro territorio che, anche grazie alla vicinanza geografica con il centro Europa, potrebbe guardare con maggior fiducia oltre le frontiere per promuovere una politica di sviluppo e di export agroalimentare certificato come “sicuramente italiano”.