Non solo l’artigianato, il fiore all’occhiello dell’economia che ha fatto grande il nome della Brianza: il vero made in Italy delle produzioni agricole ed agroalimentari locali scende in piazza a Mariano Comense, tra i più importanti centri del Comasco, invadendo di profumi, colori e sapori la centralissima piazza Roma.
Sabato 24 settembre ha preso il via il Mercato di Campagna Amica di Mariano Comense: una decina di imprese agricole di Coldiretti hanno proposto il meglio delle proprie produzioni, dai formaggi lariani al miele, dalle confetture di frutti di bosco alla patata bianca comasca, dalle trote ai salumi nostrani, per finire ai fiori e alle piante ornamentali, che non potevano certo mancare a Mariano, centro nevralgico del settore florovivaistico lombardo.
Dopo un lungo percorso il comune di Mariano Comense ha dunque concesso l’uso di Piazza Roma il sabato mattina, dalle ore 8.30 alle ore 13.00: l’obiettivo è quello di fare del Mercato di Campagna Amica un appuntamento settimanale, sempre il sabato mattina.
“Con Mariano Comense siamo a otto mercati agricoli di Campagna Amica nel Comasco – spiega Tino Arosio, Direttore di Coldiretti Como-Lecco – e non ci fermeremo senz’altro qui. C’è una forte domanda da parte dei consumatori che ci chiedono di avere in ogni paese il mercato dei produttori agricoli.
“E hanno perfettamente ragione – continua Arosio – perché vogliono consumare i prodotti genuini e garantiti della filiera agricola. Queste iniziative sono le più efficaci risposte alle notizie come quella di questi giorni del sequestro da parte del Corpo Forestale dello Stato, nel corso dell’operazione “ITALIAMO”, della documentazione relativa ai 465.800 chilogrammi di latte per la produzione di mozzarelle a marchio italiano, ma prodotte anche con latte di origine francese, belga e lussemburghese ed di oltre 30.000 confezioni di mozzarella”.
L’operazione ha interessato 3 regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Veneto) con 14 persone che risultano indagate fra legali rappresentanti e dirigenti delle imprese coinvolte. Le mozzarelle sequestrate – riferisce la Coldiretti - sull’etichetta riportavano richiami ad un prodotto Italiano con uno scudetto dai colori della bandiera italiana, i colori della bandiera italiana richiamati su pomodoro (rosso), mozzarella (bianca), basilico (verde), la scritta in etichetta “Dall’Italia”, la scritta “origine Italia” e inoltre il prodotto veniva denominato “ITALIAMO” per richiamare l’origine nazionale. Con la metà delle mozzarelle in vendita in Italia che sono state ottenute con latte o addirittura con cagliate straniere è elevato il rischio che venga spacciato per italiano ciò che non lo è.
In Italia - sottolinea Arosio - non è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte impiegato nelle mozzarelle e negli altri prodotti lattiero caseari ed è facile spacciare per Made in italy un prodotto ottenuto con materie prime importate. Un inganno per i consumatori e un danno per i produttori di latte italiano che è importante fermare con l’attività di controllo, ma anche accelerando l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime previste dalla legge sull’etichettatura approvata all’unanimità dal parlamento all’inizio dell’anno.
In Italia nel 2010 sono arrivati ben 1,8 miliardi di chili di latte in cisterna e 530 milioni di litri già confezionato tra cui 1,3 miliardi di litri di latte sterile e UHT, si stimano 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 10 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi, all'insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori. Dietro queste cifre si nasconde l'inganno con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere all'insaputa dei consumatori.
Un inganno che – conclude la Coldiretti - sta mettendo a rischio 40 mila stalle italiane, quasi 200mila occupati e oltre 22 miliardi di euro di valore generato dalla filiera nel settore lattiero caseario, che rappresenta la voce più importante dell'agroalimentare italiano e che vanta anche 43 formaggi a tipici a Denominazione d'origine.