Il futuro della PAC dopo il 2013”: questo il titolo del convegno organizzato da Coldiretti Cremona per lunedì 14 novembre, alle ore 17.30 presso il Seminario Vescovile di Cremona. L’incontro, al quale sono invitati tutti gli imprenditori agricoli, sarà tenuto dal Dott. Pietro Sandali, Responsabile economico nazionale di Coldiretti, che illustrerà i contenuti della proposta di riforma della Politica agricola avanzata dalla Commissione Europea, mettendo in evidenza i più significativi aspetti del nuovo impianto legislativo, così come delineato ad oggi.
Sul tema la prima Organizzazione degli imprenditori agricoli del Paese si è espressa con fermezza. Il Presidente della Coldiretti Sergio Marini ha denunciato le zone d’ombra di un impianto legislativo comunitario che taglia le risorse destinate all’Italia per i mercati di ben 1,4 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 e di un ammontare annuo a regime pari a 240 milioni di euro rispetto al 2013 (-6%).
“Invece di definire gli agricoltori attivi in base a quello che effettivamente fanno, il testo varato dalla Commissione – ha ribadito Marini – li definisce solo in base alla quantità di aiuti che ricevono, premiando così le rendite e le dimensioni e non certo il lavoro e gli investimenti”.
Con questa riforma, secondo il Presidente della Coldiretti, “paghiamo il prezzo di una storica assenza dell’Italia nelle sedi comunitarie nei momenti in cui si prendono le decisioni importanti”. Marini ha aggiunto che “la Coldiretti è pronta a mettere in campo ogni azione utile per realizzare una riforma più equa e giusta, visto che si prospetta per l’Italia una trattativa tutta in salita”.
In gioco ci sono circa 6 miliardi di fondi comunitari all’anno per i prossimi 7 anni ma, soprattutto, il futuro di oltre 17 milioni di ettari di terreno coltivato dal quale nascono produzioni da primato che danno prestigio e competitività al Made in Italy nel mondo.
“In un momento di forte crisi economica – ha concluso il Presidente della Coldiretti – le risorse andrebbero indirizzate verso un’agricoltura che dà risposte in termini di competitività, occupazione, sicurezza alimentare e soprattutto verso chi l’agricoltura la fa sul serio e ci vive. La proposta di riforma della Politica agricola varata dalla Commissione Europea premia invece chi ha tanta terra e non ci fa niente”.