Sono più di 300 i campioni del gusto in Lombardia, prodotti agroalimentari riconosciuti da regolamenti, metodi produttivi e denominazioni che ne certificano la qualità e la tipicità: 34 Dop/Igp tra formaggi, salumi, prodotti ortofrutticoli, oli, pesci, miele e pasta, a cui si aggiungono 41 vini Dop/Igp e 271 prodotti alimentari tradizionali. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia in occasione della prima Giornata nazionale del Made in Italy, istituita il 15 aprile.
Nel suo complesso – continua la Coldiretti Lombardia – il valore della produzione agroalimentare regionale ha superato i 16,3 miliardi di euro, con la produzione agricola, le attività connesse e quelle di trasformazione alimentare che si svolgono in circa 51mila strutture produttive, coinvolgendo oltre 200mila lavoratori.
A livello nazionale – afferma la Coldiretti su dati centro studi Divulga – il cibo è la prima ricchezza dell’Italia, con un valore della filiera agroalimentare allargata che ha superato i 600 miliardi di euro, e rappresenta il simbolo più noto del Paese all’estero. Il vino, con un valore di 7,8 miliardi di euro nel 2023, rappresenta la voce più importante dell’export agroalimentare Made in Italy. Anche le bottiglie lombarde – precisa la Coldiretti regionale – riscuotono sempre più successo fuori confine, facendo registrare nel 2023 un nuovo record storico, con un valore dell’export di oltre 327 milioni di euro, in aumento del 3,1% in un anno.
Per la prima Giornata nazionale del Made in Italy, Coldiretti presenta a Vinitaly, in corso a Verona, il video ufficiale della campagna nazionale di promozione dell’agricoltura e del cibo promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Fondazione Campagna Amica che coinvolge tutte le regioni italiane, nei centri urbani ma anche nelle aree interne, attraverso le strutture territoriali e la rete dei mercati contadini. L’obiettivo è la valorizzazione del Made in Italy agroalimentare e dell’educazione alimentare secondo i canoni della dieta mediterranea, della stagionalità e del prodotto a km0.
I primati dell’agroalimentare italiano – conclude la Coldiretti – vanno difesi dal fenomeno del “fake in Italy”, il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. In questo modo cosce di prosciutto estero dopo essere state salate e stagionate vengono vendute per italiane e lo stesso capita col latte straniero che diventa mozzarella italiana. Una frode contro la quale è partita dal Brennero una grande mobilitazione di Coldiretti con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola.