“Una cementificazione che lo scorso anno è avanzata ad un ritmo di 2 metri quadrati al secondo, nonostante la pandemia, è un risultato più che allarmante e certamente non sarà privo di conseguenze. Deve farci riflettere quanto sta accadendo in Germania, dove, dopo la terribile alluvione dei giorni scorsi, è sotto accusa il cambiamento climatico che si abbatte su un territorio sempre più fragile, complici anche le continue colate di cemento”. E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio, commentando i preoccupanti dati emersi dal nuovo rapporto Ispra sul “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” che fotografa una situazione particolarmente critica nella nostra provincia.
“Solo nel 2020 nella Bergamasca sono stati sacrificati altri 113 ettari di suolo – sottolinea Brivio - continuando a seguire un modello di crescita economica sbagliato che purtroppo non si è ancora arrestato e mette a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la produzione di cibo. A causa della cementificazione selvaggia sono scomparsi i nostri terreni migliori, e questo significa che non solo abbiamo perso tonnellate di prodotti agricoli, ma è stata compromessa anche la biodiversità presente sul nostro territorio”.
Il consumo di suolo inoltre rende più difficile l’assorbimento dell’acqua piovana che così scorre sulle superfici impermeabilizzate aumentando la pericolosità idraulica dei nostri territori e accentuando il rischio siccità.
“Analizzando i dati dell’Ispra che riguardano la nostra provincia – prosegue il presidente di Coldiretti Bergamo – balza all’occhio la situazione dei comuni di Cortenuova e Covo, dove nell’ultimo periodo di riferimento si sono persi rispettivamente 16,46 ettari e 8,53 di ettari di suolo. Pensando ad un vero modello di sviluppo complessivo, ritengo sia necessario riservare al nostro territorio uno sguardo più ampio, che consideri tutte le sue componenti. Ci dobbiamo anche chiedere dal punto di vista occupazionale che prospettive vogliamo dare ai nostri giovani. Siamo consapevoli che se indirizziamo gli insediamenti edificatori e le infrastrutture correlate solo verso un unico settore economico, più espressamente la logistica, offriremo occupazione solo nella logistica?”.
Coldiretti Bergamo evidenzia che la preoccupazione di oggi è destinata a crescere viste le prospettive inquietanti delineate dalla prossima realizzazione, già annunciata, di altri poli logistici, nonché dalla eventuale costruzione di infrastrutture quali la Bergamo-Treviglio e l’Interporto, particolarmente impattanti sul piano agricolo-ambientale e sulle quali proponiamo da tempo il ricorso a soluzioni alternative in grado di rispondere efficacemente alle esigenze di circolazione di persone e merci senza sacrificare ambiente, agricoltura e qualità della vita.
“Dobbiamo decidere una volta per tutte se vogliamo continuare ad esaltare solo con le parole la qualità del nostro cibo o la bellezza dei nostri paesaggi, ricchezze uniche che tutto il mondo ci riconosce, oppure vogliamo difendere questo patrimonio con scelte coerenti e fatti concreti – conclude Brivio -. Alla luce di quanto sta accadendo ora più che mai serve una maggiore programmazione territoriale e accelerare l’iter per l’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Parlamento da quasi un decennio, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.