23 Aprile 2022
L’agricoltura bergamasca e la sfida della nuova Pac

Le importanti sfide legate all’introduzione della nuova riforma della PAC (Politica Agricola Comunitaria) sono state al centro dei lavori del partecipatissimo convegno che si è tenuto per iniziativa di Coldiretti Bergamo nella serata inaugurale della 39^ edizione della Fiera Agricola della Bassa Bergamasca in programma a Treviglio.

“Quelli che stiamo affrontando  – ha detto il direttore di Coldiretti Bergamo Carlo Loffreda – sono temi importanti, sentiti dalle aziende e su cui dobbiamo tutti riflettere perché fondamentali per il nostro futuro”.

Illustrando l’operato di Regione Lombardia, l’assessore regionale all’agricoltura, alimentazione e sistemi verdi Fabio Rolfi ha parlato del Piano Strategico, una delle novità della PAC 2023 – 2027, che nonostante l’approvazione avvenuta a livello europeo alla fine del 2021, deve essere rivisto, poiché dal 24 febbraio il mondo è drasticamente cambiato. “Sono necessarie ulteriori riflessioni al riguardo – ha detto – alla luce anche di un documento dell’Unione Europea molto critico rispetto al Piano Strategico presentato dall’Italia, scaturito da una lunga mediazione tra tutte le realtà agricole nazionali. Due i temi su cui è necessario fare ulteriori approfondimenti: la produzione del mais e la possibilità di creare nuove OCM”.

Lo scenario geopolitico con cui ci si sta confrontando è stato delineato da Yuri Vecchio  dell’Università di Bologna. “Quanto sta accadendo negli ultimi mesi – ha spiegato - è una situazione che deriva da ciò che è successo negli ultimi anni, perché non possiamo pensare che la guerra sia solo un momento di stop avvenuto a fine febbraio. Non dobbiamo dimenticare che veniamo da due anni di pandemia che hanno tracciato un momento di criticità non solo all’interno del sistema agroalimentare, ma anche all’interno di tutte le società. Le ripercussioni del conflitto in atto stanno iniziando a pesare su alcune filiere, perchè Russia e Ucraina rappresentano per l’Europa non solo partner commerciali per tutto il reparto energetico ma anche per quello agricolo”.

Entrando nel merito della riforma della Pac, Stefano Cilberti dell’Università di Perugia ha sottolineato come per l’agricoltura bergamasca la Pac porti sia delle opportunità sia delle sfide. “La data di inizio della nuova Pac sarà gennaio 2023 – ha affermato -  per questo dobbiamo farci trovare preparati”. Ha quindi parlato delle deroghe al greening, con la diversificazione delle culture e le aree di interesse ecologico, e fatto una disamina sull’ impostazione ipotizzata per la ripartizione delle risorse della Pac.  Spiegando il meccanismo degli aiuti accoppiati, ha ricordato che nel periodo 2015 – 2022 dei 3,7 miliardi di euro destinavamo il 13% per questo pagamento, adesso vengono aumentate le risorse fino al 15%.

Ai numerosi giovani presenti in sala si è rivolto Stefano Leporati, Segretario nazionale di Giovani Impresa. “L’Italia ha scelto di destinare ad entrambi i pilastri l’importo del 3% previsto per dall’Ue per i giovani agricoltori – ha sottolineato -; il 2% del massimale dei pagamenti diretti viene destinato al primo pilastro, attraverso il sostegno complementare al reddito dei giovani agricoltori. Al secondo pilastro è trasferito l’1%, si tratta di 360 milioni di euro tra quota trasferita e cofinanziamento nazionale. Rispetto ad oggi, la Lombardia avrà quindi 36 milioni in più da destinare ai giovani agricoltori”.

Collegandosi alla celebrazioni della Giornata Mondale della Terra, Leporati ha ricordato che i giovani di Coldiretti hanno raccolto 170.000 firme, consegnate al ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, a sostegno della petizione avviata per dire no ai pannelli solari mangia suolo e spingere invece sul fotovoltaico  pulito ed ecosostenibile sui tetti delle stalle e degli altri edifici.

In conclusione della serata il presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio, entrando nel merito di alcuni meccanismi della Pac, ha ricordato che ecologia non si fa solo lasciando incolto un territorio, ecologia si fa soprattutto coltivando questo territorio e rendendolo produttivo e sostenibile sia sotto il profilo economico sia ambientale.

“La situazione di crisi che stiamo vivendo ha posto una serie di interrogativi – ha concluso  – ci siamo scoperti deboli per quanto riguarda l’approvvigionamento alimentare, è evidente che certe teorie si scontrano con una realtà che nella sua crudezza ha evidenziato criticità importanti. Oggi un agricoltore nello svolgimento della sua attività non può prescindere dal confrontarsi con alcuni scenari. Non è più il tempo di restare chiusi nelle nostre aziende senza tenere conto del mondo che ci circonda”.

 

 

 

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