In dieci anni è come se avesse chiuso per cinque volte di seguito un’industria con 1.400 dipendenti. La crisi della stalle da latte in Lombardia è costata, dal 2003 al 2014 quasi 7 mila posti di lavoro con la chiusura di un allevamento su quattro, spiega un’analisi di Coldiretti Lombardia diffusa oggi in occasione della più grande operazione di mungitura pubblica mai realizzata a Milano, in piazza Affari, davanti alla Borsa, con circa tremila allevatori e agricoltori.
“In dieci anni – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – nella nostra regione, che rappresenta il 40% di tutto il latte italiano, è stato cancellato un intero sistema produttivo con perdita di occupati diretti, fra titolari e dipendenti, ma anche con una riduzione del giro d’affari dell’indotto. In media 700 posti di lavoro persi ogni anno. Sono vittime della crisi che nel chiuso delle cascine sono meno visibili rispetto agli addetti di altri settori. Adesso il crollo del prezzo del latte alla stalla rischia di peggiorare la situazione, scardinando in modo definitivo tutto il sistema zootecnico italiano”.
Per la Lombardia, dove si mungono ogni anno poco meno di quattro milioni e mezzo di tonnellate di latte (su poco meno di 11 milioni di tonnellate a livello nazionale) sarebbe un colpo mortale – spiega la Coldiretti regionale – spalancando ancora di più la strada alle importazioni dall’estero, pari a circa 86 milioni di quintali ogni anno in Italia. “Mentre accade tutto questo – conclude Prandini – le industrie stanno offrendo alle stalle un prezzo di acquisto del latte intorno ai 36 centesimi di euro, che significa condannarle a morte”. Nel settore del latte sono sopravvissuti in Lombardia poco più di 6 mila allevamenti. Il tutto in un Paese come l’Italia dove – spiega Coldiretti Lombardia – il 65% della popolazione, circa 31 milioni e mezzo di individui, consuma abitualmente latticini e formaggi: il 25% va a Grana mentre il 58% punta su latte e formaggi freschi che sono proprio quelli più a rischio per quanto riguarda l’utilizzo di prodotti e semilavorati che arrivano dall’estero.