Tra sabato e domenica si chiude la stagione dell'alpeggio: oltre 1.500 allevatori stanno scendendo a valle in vista dell'inverno lasciando i prati in alta quota, dove il bestiame ha pascolato dallo scorso mese di giugno fino a oggi.
Nelle valli bergamasche e bresciane, questa esperienza coinvolge oltre 90 famiglie e più di 7.400 bovini. Nei 600 alpeggi della provincia di Sondrio, divisi in quasi 60 comuni, si contano invece più di 11.800 mucche e quasi 15 mila tra pecore e capre.
Se la maggior parte dei malgari è pronta per la transumanza, Francesco Spagnoli, allevatore di Bagolino (Brescia), ha deciso di andare controcorrente e prolungare il suo lavoro in quota: “Sono in malga dal 16 giugno – dice – e tornerò in paese tra fine settembre e inizio ottobre. I pascoli sono ancora verdi e l'erba di buona qualità, voglio approfittarne finché il tempo regge”.
Secondo le ultime previsioni meteo – spiega Coldiretti Lombardia – l'estate è agli sgoccioli. Da sabato, infatti, sono previste temperature in calo con massime non oltre i 24 gradi e le minime fra 11 e 15 gradi, con annuvolamenti e possibilità di piogge.
“Ho 50 anni e pratico l'alpeggio fin da bambino, quando salivo ai pascoli insieme a mio papà e a mio nonno – continua Spagnoli, che in montagna viene accompagnato dalla moglie e dai tre figli –. E' una vita dura: ci si alza alle cinque del mattino e non sono permesse vacanze, perché le 94 vacche e le 120 capre che ho con me devono essere seguite ogni giorno”.
La Lombardia è la regione d'Italia con il più alto numero di alpeggi, dove si mungono oltre 20 mila tonnellate di latte e si producono veri e propri tesori gastronomici come il Bitto, il Formai de Mut, il Taleggio, il burro e lo Strachitunt – spiega Coldiretti Lombardia – Gli alpeggi sono un presidio importante per il Made in Italy e sono fondamentali per la tutela del territorio in montagna.