Sfiorano quota 2.800 gli orti urbani nei capoluoghi di provincia della Lombardia, con una crescita del 40% rispetto a due anni fa. E’ quanto spiega la prima Mappa 2014 stilata dalla Coldiretti Lombardia sulle oasi verdi coltivate a gestione pubblica, più alcune nate dall’iniziativa dei privati fra Milano, Lodi, Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova, Como, Lecco, Varese, Sondrio, Monza e Pavia.
Dal 2012 a oggi – spiega la Coldiretti Lombardia – il numero è passato da circa duemila a quasi 2.800 appezzamenti. Nelle amministrazioni comunali – afferma la Coldiretti regionale – si sta rafforzando la propensione a creare zone di orti urbani che assolvano a una duplice funzione: da una parte fornire ad anziani e famiglie un servizio con costi di gestione molto limitati, dall’altra migliorare la vivibilità delle periferie dove si solito queste aree vengono ricavate e attrezzate.
“L’istituzione di spazi comunali da destinare alla cultura dell’orto e alla coltivazione in proprio rappresenta un importante servizio verso la collettività – afferma Paolo Carra presidente Coldiretti Mantova – sia dal punto di vista ambientale, perché si riqualificano aree verdi urbane specie se marginali, sia dal punto di vista economico, perché alcune famiglie possono beneficiare di prodotti freschi a costi minimi. La recente istituzione a Bosco Virgiliano di nuovi orti completamente attrezzati – continua Carra – evidenzia come le amministrazioni locali siano attente a questi progetti che, negli ultimi anni, si stanno ampliando anche nei centri abitati di minor dimensione all’interno della provincia. E’ importante che questi progetti non abbiano fini lucrativi – continua Carra -ma rappresentino una forma di aiuto per i cittadini e le famiglie in difficoltà economiche oppure vengano destinati a scopi sociali ed hobbistici. Quello che può fare la nostra organizzazione, avvalendosi dell’esperienza maturata dagli imprenditori agricoli – conclude Carra – è fornire supporto agronomico e dare consigli a chi si avvicina a questa attività, per coltivare al meglio rispettando la stagionalità dei prodotti e la biodiversità nelle colture”.
“La terra vuole pazienza – spiega Guerino Toninelli, 73 anni, bresciano, tutor dell’orto della Coldiretti – in questo periodo, con la stagione che c’è stata, la terra è molto umida e non va bene lavorarla così e non va bene neppure per le piante. Il segreto è saper aspettare quel tanto che serve per avere le condizioni migliori possibili. La terra non va stressata, bisogna curarla e concimarla, meglio se con del concime naturale organico al posto di quello chimico. E poi bisogna saper scegliere le piantine in base al terreno. L’importante è il tempo che uno vi dedica”. L’orto urbano, a terra o sul balcone – spiega la Coldiretti Lombardia – è un modo per riscoprire il legame con la terra, con il ciclo delle stagioni e ha anche un effetto benefico sulla salute fisica e psichica come dimostrano diverse esperienza di “Ortoterapia” in Italia e all’estero.
Il tutto in una regione dove la disponibilità di verde urbano, secondo gli ultimi dati Istat, è di circa 36 metri quadrati per abitante, con valori pro capite molto diversi a seconda dei capoluoghi di provincia: 8,9 a Varese, 9,9 a Como, 49,7 a Sondrio, 16,4 a Milano, 10,8 a Bergamo, 137,9 a Brescia, 198 a Pavia, 36,2 a Cremona, 33,8 a Mantova, 6,7 a Lecco, 23,6 a Lodi e 70,4 a Monza.
“Fare un piccolo orto o curare una piantina in un vaso – commenta Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia – è educativo anche per i bambini, che imparano che frutta e verdura non nascono dagli scaffali di qualche supermercato, ma dalle piante, dal lavoro dell’uomo, dalla cura che mettiamo nelle cose”.