Quasi tremila posti di lavoro a rischio negli allevamenti tra Milano, Lodi e Monza, di cui oltre 1.500 nel Milanese, più di 800 nel Lodigiano e più di 500 in Brianza. È questa la stima della Coldiretti Interprovinciale sulle possibili conseguenze nel mondo agricolo della diffusione del report dell’Oms sul consumo di carni rosse nel mondo.
“Si tratta di un allarme ingiustificato per il nostro Paese – spiega Alessandro Rota, Presidente Coldiretti Milano, Lodi, Monza Brianza –, che si distinguono per l’utilizzo di foraggi di alta qualità, cura del benessere animale e per il rispetto di rigidi disciplinari di produzione. Le carni italiane sono tra le più sane al mondo: a differenza degli americani non usiamo ormoni e nei grandi salumi Dop mettiamo solamente sale e aromi naturali”.
I dati Oms – afferma la Coldiretti Interprovinciale – fanno riferimento a uno scenario globale, che non tiene in considerazione le specificità e gli stili alimentari dei territori come ad esempio la dieta mediterranea in Italia. “Lo scatenarsi di paure ingiustificate – afferma ancora il Presidente Rota – non solo mette a rischio un comparto produttivo già provato da una crisi pluriennale, ma genera timore e confusione nei consumatori. Per questo è necessario fare chiarezza, a partire dalle etichette: basta sigle ambigue, serve l’indicazione d’origine obbligatoria su tutti i prodotti a cominciare proprio da carni e salumi”.