La Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza chiama a raccolta la politica per difendere la zootecnia: direttiva nitrati, emissioni in atmosfera e benessere animale i temi caldi sul tavolo dell'incontro con i rappresentanti di Lega, Pdl e Udc, che si è svolto questa mattina nella sede dell'organizzazione in via Fabio Filzi 27 a Milano. "E' tempo di dare un segnale forte a favore dell’agricoltura, che si conferma uno dei settori cardine della nostra economia – ha detto il Presidente della Coldiretti Interprovinciale, Carlo Franciosi - In Lombardia è concentrata la metà di tutti i suini allevati in Italia ed è prodotto il 40 per cento del latte nazionale".
Tra i nodi da sciogliere c’è la gestione dei nitrati sui terreni agricoli. Se la direttiva europea venisse applicata con i previsti limiti di azoto nel terreno – spiega la Coldiretti –, in tutta la Lombardia sarebbero a rischio migliaia di aziende lombarde. "Bisogna rivedere la mappa delle zone vulnerabili – spiega il Presidente Franciosi –, anche in relazione alla presenza di depuratori e insediamenti urbani. In questo tipo d'inquinamento l'agricoltura riveste solo un ruolo marginale rispetto ad altre attività, come ha confermato anche Formigoni in una lettera al Governo proprio su questo argomento".
Nella Pianura Padana, tra le zone più inquinate d'Italia – spiega la Coldiretti Interprovinciale –, l'agricoltura è additata come una delle principali fonti di inquinamento dell'aria, come se industrie, traffico e riscaldamento non esistessero. "Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità - spiega ancora Franciosi -. Non è possibile che a pagare siano solo gli agricoltori: per questo chiediamo uno studio approfondito che tenga conto di tutte le fonti di inquinamento e una ricerca su quanto le coltivazioni mitighino l'impatto delle emissioni".
Dal 2013 entrano in vigore le nuove norme sul benessere animale, ma si richiedono forti investimenti ad aziende già fiaccate da costi produttivi sempre più elevati. "Diamo la possibilità di adeguarsi entro i prossimi due anni, in modo tale da ammortizzare le nuove spese" spiega Franciosi. "Servono soluzioni definitive e richieste condivise dalla politica – aggiunge il Direttore della Coldiretti Interprovinciale, Giovanni Benedetti – se diminuiranno le aziende, infatti, calerà la nostra capacità produttiva, tutto a favore di altri paesi europei".