La Direzione Veterinaria di Regione Lombardia, in riferimento al taglio coda dei suini, informa che sono in corso approfondimenti sul tema tra il ministero della Salute e la Commissione Europea e che pertanto il termine del 30 giugno 2024 per l'invio delle richieste di deroga relative al Piano di attuazione del D.Lgs 122/2011, nelle more di ulteriori comunicazioni da parte del Ministero, non è più da considerarsi perentorio.
Rispetto al taglio coda, in una riunione tenutasi lo scorso 25 giugno tra la Direzione Welfare veterinaria, le Organizzazioni professionali agricole e altri rappresentanti della filiera suinicola (gruppi integrati), la stessa Regione aveva anticipato che si era in attesa di una comunicazione ufficiale da parte della UE ma lo slittamento dei tempi per arrivare ad avere animali con coda integra era stato dato per certo. Un risultato importante, per il quale Coldiretti si è spesa molto a tutti i livelli, fornendo tra l’altro al ministero uno studio approfondito e dettagliato in merito a quanto avviene negli altri Paesi dell’Unione, oltre che valutando con chiare argomentazioni i danni economici che potrebbe provocare ai nostri allevamenti una inutile fuga in avanti.
Nella stessa riunione si era discusso di PSA, illustrando il percorso cha ha portato alla comunicazione del Ministero della Salute 15869 del 11.06.2024 “Peste Suina Africana. Ulteriori indicazioni e criteri applicativi per rilascio delle deroghe alle movimentazioni di carni e prodotti ai sensi del regolamento (UE) 2023/594”.
Il provvedimento, che certamente introduce una semplificazione delle regole oggi applicate, si prefigge l’obbiettivo di attuare tutte le deroghe possibili per contenere al minimo la burocrazia, ridurre le speculazioni lungo la filiera e mantenere alto il livello di esportabilità dei prodotti a base di carne suina. Per inciso, sono state apportate modifiche che dovrebbero anche semplificare la certificazione delle carni provenienti da zone di restrizione.
Sempre in tema di PSA, Regione aveva inoltre aggiornato sugli ultimi casi di cinghiali positivi trovati in provincia di Milano e aveva spiegato che l’allargamento delle zone di restrizione non era automatico ma realisticamente possibile.
