27 Aprile 2010
Pavia, Riso: recuperare economicità

Riportare la redditività del comparto riso su binari accettabili e fornire ai consumatori la certezza
di un prodotto italiano sicuro, garantito e ad un prezzo equo.

Si è recentemente riunita la Consulta Riso della Coldiretti di Pavia durante la quale è risultato chiaro che siamo di fronte ad una vera e propria emergenza che rischia di destrutturare completamente il comparto risicolo perché è incomprensibile come, in un momento come questo, i produttori agricoli non riescano ad ottenere un prezzo soddisfacente per il loro prodotto.
“Se non recuperiamo economicità alla coltivazione del riso – ha dichiarato Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia - c’è il rischio che a far chiudere le nostre aziende non sia la concorrenza delle importazioni straniere, ma l’incapacità di trasferire alla produzione parte dell’ampia rimuneratività che il riso continua ad avere sul mercato. Nella situazione attuale il costo del risone è notevolmente diminuito, arrivando in alcuni casi anche a contrazioni del 50% rispetto allo scorso anno, senza che nessuno abbia visto riduzioni dei prezzi al consumatore finale che continua a pagare gli stessi soldi per il riso sullo scaffale”.
Su queste risultanze, la Consulta ritiene che sia necessario aprire un confronto serrato, con l’industria che, pur potendo contare su un’offerta nazionale garantita quantitativamente e qualitativamente, ricorre sistematicamente a derrate agricole extracomunitarie. Siamo di fronte ad una deriva pericolosa che rischia di destrutturare una filiera e un settore importante dell’economia pavese e nazionale, attraverso l’introduzione “silenziosa” di norme vessatorie che stanno diventando delle vere e proprie abitudini, come quella di posticipare i pagamenti, ed il ritiro del prodotto, fino a 120 giorni dopo la sottoscrizione del contratto di vendita e che vede le industrie fare oggi magazzino presso le nostre aziende agricole con tutti i rischi, i costi e le deviazioni commerciali che questo sistema produce.
“Una situazione alla quale è necessario porre fine – ha affermato Giovanni Roncalli, direttore della Coldiretti di Pavia - riconducendo gli accordi alle disposizioni previste dalle -Condizioni generali di contratto- che tutte le rappresentanze della filiera hanno sottoscritto presso la Camera di Commercio e che oggi pare completamente dimenticato. Un rispetto delle regole che riporti in trasparenza le tante anomalie che oggi riscontriamo, anche all’interno dei sistemi di definizione dei prezzi. Un sistema che si è troppo allontanato dagli accordi sottoscritti e che ci sta portando alla richiesta di una revisione globale del sistema di contrattazione, a partire dall’operatività e dalla composizione degli organi deputati alla gestione dell’attività borsistica”.
Ciò che lascia sconcertati, è che in questo settore non si riesca a comporre un tavolo per governare gli eventi. Il resto della filiera viaggia solo attraverso forme speculative e vuole il prodotto decidendo quando, dove, come e stabilendo un prezzo a suo piacimento con quotazioni delle produzioni che non corrispondono alle realtà mercantili territoriali e nazionali.
In questo contesto riveste carattere di urgenza la revisione dell’attività delle borse merci, ma contemporaneamente occorre rimodulare l’organizzazione dell’offerta, per cercare di posizionare l’ago della bilancia contrattuale in difesa degli interessi della parte agricola, così come ottenere il ripristino delle garanzie di pagamento come avviene in tutti gli altri comparti.
Di fronte a questo scenario prosegue il documento redatto dalla Commissione - vogliamo passare ai fatti concreti per lavorare ad un progetto per la formulazione di prezzi che non tenga conto delle quotazioni di mercato (dettate dall’emotività o dallo strapotere dei mediatori e dell’industria), ma della redditività reale delle imprese agricole, della qualità del riso e della sua indicizzazione, nonché nell’individuare nuovi mercati che valorizzino la qualità e la tipicità delle nostre produzioni.
È necessario attivare azioni concrete per non vendere in una situazione di emotività come sta accadendo ora, addirittura con presupposti che dovrebbero condizionare la risalita del prezzo, come l’aumento della quotazione del greggio e la controtendenza del cambio euro/dollaro, entrambi fattori che dovrebbero scoraggiare le importazioni e portare ad una risalita del risone nazionale. Altrettanto importante sarà monitorare seriamente un maggiore controllo nei punti di entrata del prodotto importato, in particolare i porti, dove occorre specializzare personale che sappia gestire le importazioni non solo sul piano quantitativo, ma anche su quello qualitativo, in particolare per gli aspetti sanitari legati ai residui chimici e alle qualità organolettiche. Vogliamo invitare tutti i risicoltori a non cadere nella trappola delle speculazioni, evitando di “svendere” un prodotto a prezzi che sono evidentemente frutto di un mercato deviato che sarà necessario riportare in trasparenza anche arrivando ad azioni forti fin dalle prossime settimane. Solo intraprendendo questo percorso – prosegue il documento della Commissione Riso – sarà possibile riportare la redditività del comparto riso su binari accettabili e fornire ai consumatori la certezza di un prodotto italiano sicuro, garantito e ad un prezzo equo.

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