9 Marzo 2010
Pavia, Un referendum contro la patata mostro

 L’Unione Europea dichiara uno stop alla moratoria OGM

L’Unione Europea, contro il parere della maggioranza dei cittadini,  ha deliberato di autorizzare la coltivazione di una patata geneticamente modificata di proprietà della multinazionale Bayer e definita Amflora. Questa patata si aggiunge a 34 prodotti già autorizzati. Si tratta in totale di 19 mais, 6 tipi di cotone, 3 di colza, 3 di soia 1 barbabietola, 1 patata e 1 microorganismo. Decisioni prese dal governo dell’Unione nonostante tutti i sondaggi dimostrino chiaramente l’avversione dei cittadini europei verso gli organismi geneticamente modificati. In particolare in Italia, secondo un sondaggio SWG, il 72 per cento dei cittadini ritiene che i cibi contenenti organismi geneticamente modificati siano meno salutari rispetto ai cibi tradizionali.

La patata è la quarta coltivazione vegetale al mondo dopo mais, riso e frumento. In Italia si producono circa 1,7 miliardi di chili di patate ogni anno, sparse sul territorio di tutta la Penisola, orticola seconda solo alla coltivazione del pomodoro. Pavia, con 2 milioni e 700mila metri quadrati destinati alla coltivazione del tubero, è la prima provincia lombarda.

Facciamo un po’ di chiarezza su questa Amflora “monstre”. La Bayer ha manipolato il patrimonio genetico al fine di ottenere un più alto contenuto di amido, estraibile attraverso un procedimento meno costoso. Il suo utilizzo sarà esclusivamente industriale ma troverà collocazione anche nei mangimi per allevamento e quindi entrerà comunque nella catena alimentare umana.

“L’interesse delle multinazionali a promuovere la coltivazione di organismi geneticamente modificati – ha dichiarato Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia – è evidente: gli agricoltori dovranno acquistare semente esclusivamente dal proprietario di quel brevetto e i fitofarmaci necessari alla sua coltivazione saranno specifici e prodotti probabilmente dalla medesima multinazionale. Di fatto, l’imprenditore agricolo consegnerà il potere decisionale della propria impresa nelle mani della multinazionale”.

“La decisione della Comunità Europea – prosegue Ghezzi – è poco comprensibile perché, non solo va contro il parere dei cittadini ma arriva dopo che la Germania ha deliberato di mettere al bando le coltivazioni Ogm avendo individuato problemi epatici nelle cavie da laboratorio alimentate con cibi transgenici e contemporaneamente ad una diminuzione generalizzata delle coltivazioni biotech. In particolare, nella UE il ricorso agli Ogm è sceso nell’ultimo anno del 12% dimostrando che, anche laddove è consentito non porta i vantaggi propagandati dalle multinazionali e gli agricoltori scelgono di tornare alle coltivazioni originarie”.

Coldiretti è per i cibi sani, sicuri e tradizionali, legati alla cultura e alla storia del territorio per una scelta di cautela nei confronti della salute dei cittadini e una convinzione economica che si basa su elementi certi. Quantità e prezzo non possono essere gli obiettivi della nostra agricoltura che invece deve puntare alla qualità e alla genuinità. Non vale neppure la motivazione che le multinazionali tentano di far passare come possibile soluzione alla fame nel mondo. Il flagello della fame, cresciuto al livello più alto dal 1970 in poi, dipende da fattori sociali e istituzionali, non dalla carenza di cibo, tanto che al mondo molte sono le scorte invendute. Occorrono politiche regionali che sappiano potenziare le produzioni locali e valorizzare le identità territoriali. In Italia e in Europa serve una politica chiara che consenta l’etichettatura trasparente capace di informare i cittadini sui contenuti dei cibi che acquistano.

“Coldiretti – conclude Giuseppe Ghezzi – condivide la posizione del ministro Zaia e farà tutto ciò che sarà in suo potere per avviare la procedura di richiesta della clausola di salvaguardia, per bloccare la commercializzazione e la coltivazione della patata biotech. Ci impegneremo ad attuare qualsiasi iniziativa di carattere legislativo o referendario per mantenere il nostro Paese libero da Ogm.

Invitiamo tutti i cittadini ad acquistare patate, frutta e verdura nei mercati di Campagna Amica, dove le garanzie di genuinità sono fornite dal volto e dalle mani dell’agricoltore che porta al mercato i propri prodotti. Le patate ipertecnologiche le lasciamo agli altri. Noi continueremo a mangiare i cibi sani della nostra terra”.

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